Cosa significa comunicare
Se ci pensiamo, è impossibile non comunicare (Watzlawick, Janet Beavin, Don Jackson, 1967): ciascuno di noi è un essere comunicante, anche con il silenzio. Per questo, è importante essere consapevoli di cosa e in che modo si comunichi (Anolli, 2010). Come dimostrano numerosi studi, all'interno del contesto sportivo le capacità comunicative degli attori coinvolti sono tra gli ingredienti più importanti che contribuiscono al miglioramento delle prestazioni e alla crescita dei partecipanti allo sport e all'esercizio fisico (Weinberg, & Gould, 2015; Phillippe & Seiler, 2006; Lausic, Tennebaum, Eccles, Jeong, & Johnson, 2009). Allo stesso modo, non è difficile intuire come anche all'interno del contesto sanitario-sportivo il processo comunicativo tra professionista e atleta rivesta un ruolo cruciale. Alcuni esempi sono gli impatti che ci possono essere sull'aderenza terapeutica, sul raggiungimento degli obiettivi prefissati, e sulla soddisfazione dell'atleta (Hiller, Guillemin, Delany, 2015). In sostanza, per essere un buon professionista dello sport e dell'esercizio fisico, è necessario sviluppare buone capacità di comunicazione (Weinberg, & Gould, 2015). Questo aspetto tuttavia non è sempre facile da definire e applicare. Comunicare infatti non significa solo "inviare un messaggio", bensì implica un processo complesso che coinvolge l'intenzione di trasmettere un concetto/idea, la traduzione dei concetti/idee in un messaggio e l'invio dello stesso che, a sua volta, verrà decodificato dal destinatario il quale otterrà una propria risposta interna (Martens, 1987).
Tipi di comunicazione: verbale, paraverbale, cinesico
Sebbene spesso prestiamo attenzione a cosa diciamo o scriviamo non comunichiamo solo a parole e in modo intenzionale (comunicazione verbale), ma attraverso diversi altri canali:
• il canale paraverbale: volume, tono, ritmo, energia, cadenza.
• il canale cinesico: aspetto fisico, postura, gestualità, mimica facciale, movimenti corporei e prossemica (Mehrabian, 1971).
C'è di più: si stima che ben il 50/70% delle informazioni in una comunicazione sia veicolata proprio dai canali di tipo non verbale (Burke, 2005). Alla luce di tali premesse, è naturale chiedersi quale tra questi canali conti di più negli scambi tra persona e come orientare al meglio le dimensioni in gioco.
Fondamenti della comunicazione efficace
Pensando alle situazioni quotidiane e nello specifico a quelle sanitarie sportive, ci si renderà facilmente conto che comunicare non è semplice. Non è così scontato riuscire a veicolare un messaggio in modo chiaro, comprensibile e non fraintendibile. Per questo è importante che i professionisti sanitari-sportivi comprendano e applichino i fondamenti della comunicazione efficace. A tal proposito, la ricerca ha individuato diversi principi comunicativi utili nel contesto pratico e dimostrato che all'interno dei contesti sportivi le abilità comunicative possono essere insegnate e ben apprese (Weinberg, & Gould, 2015). È bene, innanzitutto, prestare attenzione alla componente non verbale e paraverbale della propria comunicazione (Burke, 2005), ma anche saper ascoltare e concentrarsi nel trasmettere un messaggio verbale in modo chiaro, conciso, cortese, corretto, completo e costruttivo (Kirubakar e Kumutha, 2010). Infine, comprendere e superare gli ostacoli alla comunicazione efficace (Mora, 2017).
I "discorsi" importanti nello sport
All'interno del contesto sportivo, oltre a seguire le accortezze relative alla comunicazione efficace, può essere opportuno circoscrivere i processi comunicativi in specifiche tipologie e momenti strategici, ciascuno strutturato in modo differente. Quindi, a essere importante non è solo come e cosa, ma anche quando e quanto si comunica. I discorsi principali nello sport, inseriti in specifici momenti sportivamente importanti, sono principalmente quattro:
• skull talk: comunicazione strategica, tattica e di condivisione degli obiettivi; da avviare a inizio stagione sportiva e periodicamente
• chalk talk: comunicazione volta all'analisi situazionale, tattica, didattica, alla spiegazione di come raggiungere gli obiettivi, all'ascolto dei giocatori e alla presentazione di feedback costruttivi; da avviare prima e dopo l'allenamento
• pep talk: comunicazione sintetica, chiara e stimolante, volta a ripetere la tecnica e la tattica decise in allenamento; da avviare prima della gara
• time out: comunicazione rapida volta a fornire istruzioni tecniche calate sulla situazione specifica in corso; effettuata durante le pause all'interno delle fasi di gioco
La comunicazione del professionista sanitario sportivo
Anche il professionista sanitario che opera in ambito sportivo può incontrare situazioni comunicative significative ricorrenti (condividere una diagnosi, spiegare una terapia, fornire feedback e dati prognostici…). Per farlo, però, non basta la competenza, la sincerità e la precisione dei messaggi forniti, bensì è fondamentale mostrarsi sensibili, ascoltare l'atleta ed empatizzare con lui, sintonizzandosi con i suoi bisogni e i suoi punti di vista. A dimostrazione di ciò, la letteratura rivendica l'importanza di seguire un approccio terapeutico centrato sul paziente: diversi studi hanno dimostrato che i professionisti sanitari che attribuiscono centralità al mondo interiore dei propri pazienti, favoriscono un incremento della soddisfazione terapeutica di questi ultimi, attribuendogli un ruolo partecipativo e di responsabilità rispetto agli obiettivi e il percorso avviato (Wijma, et al., 2017; Redinger, Winkelmann, & Eberman, 2021).
Le relazioni nel contesto sportivo: i sistemi motivazionali interpersonali
Comunicare significa anche essere in relazione con qualcuno. A tal proposito è importante conoscere alcuni aspetti che regolano il nostro modo di interagire con gli altri. Secondo un modello evoluzionista derivante dall'etologia comparata, ciascuno di noi infatti ha dei sistemi motivazionali innati (ovvero dei sistemi di spinte all'azione), come frutto dell'evoluzione. Il nostro cervello è quindi "programmato" per agire in determinati modi in corrispondenza di alcuni stimoli. Alcuni di questi sistemi motivazionali sono più utili alla sopravvivenza di base, mentre altri più legati al funzionamento interpersonale (Liotti, Fassone, Monticelli, 2017). In relazione a questi ultimi, quando ci troviamo a interagire con altre persone ci si attivano dei sistemi motivazionali specifici, in modo spontaneo e involontario; tendiamo, cioè, ad "assegnarci" uno specifico ruolo rispetto alla relazione e, allo stesso modo, ad attribuire un ruolo alla persona interagente. Questo vale per tutte le relazioni e quindi anche per quelle interne al contesto sportivo. Quando i professionisti sanitari e sportivi si relazionano con genitori, atleti, o tra di loro possono attivarsi alcune spinte reciproche, come ad esempio il desiderio di prendersi cura dell'altro, di affidarsi ciecamente all'altro, di competere con lui, di legarsi sessualmente o di collaborare (Liotti, Fassone, Monticelli, 2017). È possibile cambiare il proprio sistema motivazionale in corso? Oppure far qualcosa per stimolare la cooperazione nell'altro? Se sì, è possibile utilizzare i sistemi motivazionali per migliorare le relazioni (e quindi il benessere) all'interno del contesto sportivo?
La didattica
Il corso include spiegazioni teoriche approfondite, schemi riassuntivi, esempi e suggerimenti pratici per professionisti che lavorano in ambito sportivo. Dopo un'introduzione sull'importanza della comunicazione efficace all'interno del contesto sportivo per il benessere e la salute mentale, verranno approfonditi i temi dei processi comunicativi efficaci, analizzandone i fondamenti, gli ostacoli e i potenziali impatti positivi sul benessere, la soddisfazione dell'individuo e le relazioni interne al contesto sportivo. Successivamente, verrà dato spazio al potenziale intervento delle figure sportivo-sanitarie, offrendo spunti pratici di intervento.
Modalità di svolgimento
Il corso si svolge in diretta online in modalità sincrona in un'aula virtuale con l'organizzazione di PhisioVit, una relatrice che impartisce le lezioni in lingua italiana e un massimo di cinquecento partecipanti. L'evento può essere seguito da ogni dispositivo. Le lezioni appartenenti al programma sono organizzate secondo il seguente calendario didattico: lunedì 14 ottobre dalle 21.00 alle 23.00 in aula plenaria. A seguito dell'iscrizione a questo evento online, si ricevono i link per accedere nei giorni e agli orari prestabiliti alle aule didattiche virtuali.
Cosa si ottiene partecipando a questo corso online
Il partecipante regolarmente iscritto ha diritto a:
• Accesso all'aula plenaria virtuale dove si svolgono i lavori
• Assistenza tecnica pre, durante e post corso
• Chat dedicata alle domande
• Interazione via microfono/webcam con la relatrice
• Registrazione del corso online (*1)
• Dispense appositamente progettate dalla relatrice
• Attestato di partecipazione
• Certificato dei 4,5 Crediti ECM ottenuti al superamento del questionario (*2)
(*1) Entro qualche ora dalla conclusione del corso online, la registrazione dello stesso sarà disponibile in piattaforma didattica sul proprio pannello personale.
(*2) IMPORTANTE: il questionario di apprendimento ECM per normativa Age.Na.S. va completato entro e non oltre tre giorni dalla conclusione di un evento sincrono e quindi, in questo caso, entro giovedì 17 ottobre. Sempre nel rispetto della normativa Age.Na.S., i tentativi a disposizione di ogni discente per superare il questionario di apprendimento e ottenere i 4,5 crediti ECM previsti sono un massimo di cinque.
Obiettivi
Al termine dell'intero percorso formativo il partecipante sarà in grado di:
• Acquisire conoscenze relative ai fondamenti della comunicazione (cosa significa comunicare, canali comunicativi)
• Acquisire conoscenze teoriche e pratiche della comunicazione nel contesto sportivo e sanitario-sportivo
• Imparare a gestire momenti comunicativi significativi e ricorrenti nella propria professione
• Intervenire sugli ostacoli della comunicazione efficace per promuovere il benessere e la soddisfazione dell'atleta-paziente
• Identificare alcune dinamiche relazionali in corso nel rapporto con lo sportivo/paziente o con i colleghi, allo scopo di orientare al meglio la propria comunicazione