L'articolazione del gomito
Il gomito è l'articolazione che contribuisce ad orientare la mano nello spazio nelle prese fini e a stabilizzare l'arto superiore durante i movimenti di sollevamento, trasporto, spinta e lancio. È un'articolazione molto complessa da un punto di vista biomeccanico, con superfici articolari altamente congruenti e un sistema capsulo-legamentoso che conferisce elevata stabilità. Tre sono le giunzioni articolari che possiamo trovare in questo distretto anatomico, aventi tutte una capsula articolare comune:
- L'articolazione omero-ulnare
- L'articolazione omero-radiale
- L'articolazione radio-ulnare prossimale
L'articolazione del gomito viene rinforzata e stabilizzata da un complesso sistema di legamenti, tendini e muscoli, mentre la maggior parte dei movimenti sottesi a queste strutture e specifici dell'arto superiore è data dall'azione sinergica fra il gomito e le altre articolazioni: per questo motivo, in presenza di una lesione del gomito anche i gesti più semplici risultano compromessi.
Funzioni specifiche
Il gomito, come elemento che partecipa alla funzione della manipolazione e della prensione, deve permettere di costruire relazioni sempre variabili tra la spalla e la mano. In particolare, durante la fase del raggiungimento, la flesso-estensione del gomito interviene per regolare la distanza della mano nei confronti sia del corpo che dello spazio extra-corporeo mentre la prono-supinazione orienta l'avambraccio per favorire l'approccio, il contatto e la presa-manipolazione dell'oggetto. È possibile ipotizzare la presenza di alcuni meccanismi attraverso i quali il gomito riesce a svolgere i suddetti compiti all'interno di ogni funzione. L'organizzazione del centro di rotazione del gomito, ovvero le articolazioni omero-ulnare e omero-radiale, in relazione alle rotazioni della spalla, consente la massima variabilità ai movimenti di flesso-estensione, mentre l'organizzazione del centro di rotazione dell'articolazione radio-ulnare superiore in relazione al polso garantisce la massima adattabilità ai movimenti di prono-supinazione. La costruzione infine di relazioni sempre variabili tra il meccanismo di controbilanciamento della scapola e i muscoli biarticolari spalla-gomito, permette di controllare il peso dell'avambraccio contribuendo così a graduare l'intensità dell'azione dell'arto superiore nello spazio. Tali meccanismi agiscono sulle stesse componenti periarticolari, attivano gli stessi muscoli e non si rilevano mai isolatamente durante uno spostamento, ma sempre combinati in maniera diversa tra loro. L'incapacità di attivare queste strategie, determina una perdita della variabilità del movimento ed il conseguente ricorso ai compensi.
L'intervento riabilitativo
L'evoluzione tecnologica ha obbligato a un cambio anche significativo della gestualità quotidiana e della relativa richiesta funzionale che il gomito deve soddisfare; il solo utilizzo di smartphone e mouse, ad esempio, ha richiesto un aumento dell'arco funzionale di flessione e pronazione rispetto a quanto necessario 20 anni fa. L'obiettivo dell'intervento riabilitativo deve allora prima di tutto permettere al paziente di apprendere le modalità di controllo sugli elementi patologici che spiegano l'instaurarsi e l'evolversi dei compensi. In particolare, si devono trovare la causa e la soluzione al dolore, alla rigidità articolare, alle contratture muscolari, all'ipotrofia muscolare e ai possibili disturbi sensoriali che rappresentano i principali segni distintivi della patologia del gomito nelle condizioni ortopediche, come postumi di interventi chirurgici e patologie degenerative. Si potrà così ricostruire la capacità di inserire correttamente, in maniera fluida e funzionale, i diversi meccanismi dell'elemento gomito all'interno di quei compiti in cui l'articolazione stessa è coinvolta.
La struttura del corso
Il programma è costruito in funzione delle più recenti evidenze scientifiche, orientato al ragionamento clinico e soprattutto alla pratica con sessioni hands-on specificamente progettate, il tutto non solo inquadrato nei confronti della popolazione generale ma anche con una declinazione allo sport e alla gestione dell'atleta che soffre di dolore e/o di disabilità al gomito. Durante l'evento il partecipante acquisisce competenze valutative specifiche, imparando a orientare il proprio processo di decision making verso approcci e proposte terapeutiche basate sull'evidenza scientifica e sull'expertise clinica, opportunamente bilanciate in termini di ragionamento clinico, terapia manuale, esercizio terapeutico ed educazione del paziente. Vengono approfondite le principali patologie sportive che affliggono il gomito dello sportivo come la TES (Throwing Elbow Syndrome), la MET (Medial Elbow Tendinopathy), i LEDs (Lateral Elbow Disorders) e per ognuna di queste si analizzano epidemiologia sport specifica, meccanismi lesionali, framework valutativo e programmazione dell'intervento terapeutico con preponderanti sessioni pratiche. Un intero corso dedicato ad una delle articolazioni più complesse del corpo umano, in grado di determinare una severa disabilità sia negli sportivi che nella popolazione generale, dove vengono presi in considerazione i tre grandi quadri clinici che affliggono il distretto del gomito anche detti The Big 3 ovvero:
- Overuse
- Rigidità
- Instabilità
Obiettivi
Al termine del corso il partecipante sarà in grado di:
• Riconoscere i principali quadri patologici non traumatici del gomito
• Identificare i principali meccanismi eziopatogenici a livello del gomito
• Saper strutturare un corretto ragionamento clinico sulla base della storia clinica, dei segni e dei sintomi
• Condurre un'attenta e precisa valutazione dei differenti quadri clinici ovvero una diagnosi differenziale
• Introdurre ed eseguire le tecniche manuali più opportune ed efficaci per il miglioramento di segni e sintomi
• Abbinare alla terapia manuale le più opportune sessioni di esercizio terapeutico declinato non solo alle fasi della patologia, ma anche a specifici sport di riferimento