Performance e componente mentale: quale relazione?
Quali componenti determinano una performance ottimale nello sport? La prima componente che viene in mente, solitamente, è quella tecnico-fisica. Tutti gli allenatori e atleti sanno che le abilità fisiche devono essere esercitate regolarmente e affinate attraverso opportuni allenamenti per produrre un progresso. Un altro aspetto che viene spesso valorizzato è quello delle strategie tattiche, che spesso richiede opportune analisi e valutazioni. Spesso, in questo quadro, ci si dimentica di un'altra importante componente: quella mentale. A tal proposito, il modello di Terry (1989) suggerisce di affiancare la preparazione mentale a quella tecnica, atletica e tattica; solo in questo modo risulta possibile raggiungere una prestazione eccellente. Così come le abilità fisiche e tecniche contribuiscono a una buona prestazione, anche quelle psicologiche, come mantenere e focalizzare la concentrazione, regolare i livelli di eccitazione, aumentare la fiducia e mantenere la motivazione devono essere monitorate sistematicamente e ottimizzate per produrre buoni risultati. Queste competenze psicologiche sono state spesso sottovalutate e messe in secondo piano, poiché si pensava incidessero poco o nulla, oppure si credeva che essendo componenti "non visibili" non si potesse intervenire. Oppure ancora, si pensava di poterle ottimizzare con semplici suggerimenti intuitivi, cosa che però non funzionava. Per esempio, se un atleta ha bisogno di esercitarsi per imparare a rilassarsi in modo da poter affrontare al meglio la pressione, dirgli semplicemente di rilassarsi non produrrà la risposta desiderata, ovvero una corretta o buona performance, se il giocatore non sa come rilassarsi (Weinberg & Gould, 2015). Dai primi anni '60 a oggi, la ricerca ha dimostrato la possibilità di allenare le abilità mentali (Mahoney, 1979. Felts, Landers, 1983. Biddle, 1986. Ravizza, 1987. Hall, Rodgers, Barr, 1990. Gould, Udry, 1994. Weinberg, 1994, Muzio et al. 2004) e la relazione positiva e diretta che esiste tra allenamento delle abilità mentali e prestazione (Madigan, Frey, Matlock, 1992; Valey 1994; Orlick, Partington, 1986, 1988; McCaffrey, Orlick, 1989; Greenspan, Feltz, 1989, Muzio et al, 2004). Sulla base di questi aspetti, è importante che i professionisti che operano in ambito sportivo siano consapevoli del ruolo rivestito dalla componente psicologica nell'ambito dei risultati sportivi. L'aspetto psicologico che entra in gioco non è solo il frutto delle caratteristiche personologiche dell'atleta, bensì anche il risultato di una serie di aspetti socio-relazionali provenienti dal contesto in cui è inserito, di cui fanno parte i tecnici, i dirigenti, i professionisti sanitari, gli allenatori, la famiglia, i compagni, ecc. È solo attraverso una visione integrata che si può fare la differenza, supportando l'atleta a 360 gradi nel continuo potenziamento della propria performance sportiva.
Le principali skills mentali nello sport
Quali caratteristiche psicologiche incidono sulle performance sportive? Difficile proporne un elenco esaustivo; la psicologia dello sport, nel tempo, si è concentrata principalmente sullo studio della gestione dell'attenzione, la regolazione dei livelli di attivazione, il senso di autoefficacia, la motivazione, e altri aspetti legati alla dimensione di squadra (es. leadership). La gestione ottimale del livello di attenzione in ambito sportivo si riferisce alla capacità di rimanere concentrati in modo selettivo sugli stimoli rilevanti dell'ambiente, mantenere tale concentrazione nel tempo, avere consapevolezza degli elementi situazionali e degli errori prestazionali e spostare l'attenzione da uno stimolo al'altro quando necessario e opportuno (Weinberg & Gould, 2015). La regolazione dei livelli di attivazione psico-fisiologica (o arousal) rappresenta l'abilità di riconoscere in modo consapevole come i propri stati emotivi possono influenzare positivamente o negativamente la performance. Inoltre, grazie a questa consapevolezza, la regolazione ottimale dello stato di arousal presuppone la capacità di gestire, modulare e reinterpretare i propri stati emotivi, al fine di renderli funzionali al raggiungimento dei risultati sportivi desiderati (Weinberg & Gould, 2015). Il senso di autoefficacia (Albert Bandura, 1977) si riferisce alla fiducia nelle proprie capacità e, nello specifico, alla convinzione di essere in grado di portare a termine un compito in modo efficace, attraverso la messa in atto di prestazioni ottimali che conducono al successo (Weinberg & Gould, 2015). La motivazione, in generale, è la spinta ad agire in una determinata direzione e con una specifica intensità. In ambito sportivo, quindi, si riferisce alla spinta che conduce gli individui a mettere in atto il comportamento sportivo funzionale al raggiungimento dei risultati desiderati. In letteratura vengono evidenziati diversi tipi di motivazione, tuttavia, la distinzione principale riguarda la motivazione estrinseca e intrinseca: la prima si riferisce alla messa in atto di comportamenti con il fine di ottenere delle ricompense o delle conseguenze piacevoli, la seconda si riferisce alla messa in atto di comportamenti piacevoli di per sé, senza alcun fine secondario se non quello di trarre gratificazione dall'attività stessa (Mandolesi, 2017; Weinberg & Gould, 2015).
Il ruolo del professionista dello sport sulla componente mentale
La componente mentale della prestazione dello sportivo non deve essere di rilevanza solo per lo psicologo dello sport, ma anche per le altre figure che circondano l'atleta, come gli allenatori e coloro che fanno parte dello staff tecnico-sanitario, ad esempio il medico dello sport, il fisioterapista, il nutrizionista. Tutte queste figure possono mettere in atto e implementare interventi sulle skills mentali dello sportivo, per migliorare il suo benessere psico-fisico e ottimizzarne le prestazioni. Per esempio, un intervento che un allenatore può implementare per migliorare la motivazione è differenziare e variare gli esercizi d'allenamento, per evitare la ripetitività che può provocare un calo di motivazione intrinseca.
Lo psicologo dello sport: chi è e cosa fa
Lo psicologo dello sport è un professionista che impiega teorie e tecniche psicologiche per la valutazione, la prevenzione, il sostegno e l'abilitazione/riabilitazione di abilità mentali finalizzate al miglioramento del benessere delle persone e delle loro performance sportive. Diversamente dalle altre figure professionali non riconosciute in ordini professionali, lo psicologo dello sport dispone di strumenti scientifici specifici per le valutazioni del caso (es. questionari sulla motivazione, sul rischio di abbandono sportivo, sull'ansia…) e può poi intervenire con strategie specifiche personalizzate per potenziare le prestazioni, migliorandone la capacità di affrontare sfide e mantenere costanza nel perseguire il proprio successo sportivo. A titolo non esaustivo, lo psicologo dello sport può essere coinvolto:
• Per progetti di potenziamento delle prestazioni presso società e associazioni sportive;
• Per progetti di promozione della salute, all'interno di società e associazioni sportive;
• Per la formazione o l'intervento individuale per staff tecnici e allenatori;
• Per svolgere valutazioni individuali e di gruppo dei livelli motivazionali, dell'ansia, del burn-out, del carico di stress e dello stato mentale generale al fine di implementare percorsi individuali di empowerment della performance dell'atleta (Weinberg & Gould, 2015);
• Per progetti nei settori giovanili riguardanti il rapporto dei giovani atleti con i genitori, il proprio sport e la valorizzazione del potenziale e del talento individuale;
• Per progetti di riabilitazione post-infortunio, di recupero, di comprensione e gestione dell'infortunio e del dolore e del ritorno alle competizioni.
Il potenziamento della performance con il mental training
Può succedere che quando un atleta non performa al meglio delle sue capacità, dia la colpa alla mancanza di tecnica, ma spesso il problema reale è la mancanza di abilità psicologiche. L'allenamento delle abilità psicologiche si riferisce alla pratica sistematica e coerente di abilità mentali allo scopo di migliorare le prestazioni. I metodi e le tecniche che costituiscono gli elementi standard dell'allenamento mentale provengono originariamente da un'ampia gamma di fonti. Queste includono la terapia individuale, il goal setting, l'empowerment dell'attenzione, il rilassamento muscolare progressivo, la visualizzazione, il self-talk e le routine (Weinberg & Gould, 2015).
Le principali tecniche di mental training
Le principali tecniche di mental training che possono essere implementate e strutturate per un miglioramento della performance includono: il goal setting, la visualizzazione, il self-talk e le routine. Il goal setting è una tecnica che consiste nella definizione di obiettivi in modo strategico e permette di valutare gli obiettivi di un atleta e di direzionare il suo comportamento nel breve e nel lungo termine. La visualizzazione è una tecnica che consiste nell'immaginare in maniera quanto più vivida e accurata un gesto o una serie di gesti sportivi al fine di allenarli, potenziarli e consolidarli. Il self-talk è una tecnica che consiste nel pensare o verbalizzare affermazioni strategiche prima o durante lo svolgimento di azioni sportive per sollecitare la propria motivazione e orientare al meglio le proprie risorse attentive. Infine, le routine sono sequenze di azioni, pensieri o immagini sempre uguali che vengono ripetute in diversi momenti della vita dello sportivo: prima dell'allenamento, dopo l'allenamento o nel pre-gara.
Efficacia del mental training
Greenspan e Feltz (1989) hanno esaminato 23 studi pubblicati sull'efficacia di vari interventi psicologici per il miglioramento della performance (ad es. diminuzione dello stress, visualizzazione, rilassamento) in molti contesti agonistici, concludendo che, in generale, gli interventi psicologici migliorano le prestazioni agonistiche degli atleti. Una percentuale maggiore di studi più recenti ha mostrato effetti positivi degli interventi psicologici (ad es. Fournier, Calmels, Durand-Bush, & Salmela, 2005); ciò è probabilmente attribuibile all'approccio più approfondito e multimodale adottato negli ultimi anni, che combina diversi tipi di abilità psicologiche (ad esempio, immaginazione, rilassamento, self-talk, definizione degli obiettivi) in un approccio integrato (Weinberg & Gould, 2015).
La didattica
Il corso include spiegazioni teoriche approfondite, schemi riassuntivi, esempi e suggerimenti pratici per professionisti che lavorano in ambito sportivo. Dopo un'introduzione sull'importanza della preparazione mentale per la performance, verranno approfondite le principali skills mentali coinvolte nella dimensione sportiva. Successivamente, verrà dato spazio al potenziale intervento delle figure sportivo-sanitarie sulla componente mentale, offrendo spunti pratici di azione. Infine, verrà approfondita la figura dello psicologo dello sport e di come possa essere d'aiuto a professionisti che lavorano in ambito sportivo. In conclusione, verranno introdotte le principali tecniche di mental training impiegate dagli psicologi sportivi discutendone l'efficacia riportata in letteratura.
Modalità di svolgimento
Il corso si svolge in diretta online in modalità sincrona in un'aula virtuale con l'organizzazione di PhisioVit, una relatrice che impartisce le lezioni in lingua italiana e un massimo di cinquecento partecipanti. L'evento può essere seguito da ogni dispositivo. Le lezioni appartenenti al programma sono organizzate secondo il seguente calendario didattico: giovedì 18 aprile dalle 21.00 alle 23.00 in aula plenaria. A seguito dell'iscrizione a questo evento online, si ricevono i link per accedere nei giorni e agli orari prestabiliti alle aule didattiche virtuali.
Cosa si ottiene partecipando a questo corso online
Il partecipante regolarmente iscritto ha diritto a:
• Accesso all'aula plenaria virtuale dove si svolgono i lavori
• Assistenza tecnica pre, durante e post corso
• Chat dedicata alle domande
• Interazione via microfono/webcam con la relatrice
• Registrazione del corso online (*1)
• Dispense appositamente progettate dalla relatrice
• Attestato di partecipazione
• Certificato dei 4,5 Crediti ECM ottenuti al superamento del questionario (*2)
(*1) Entro qualche ora dalla conclusione del corso online, la registrazione dello stesso sarà disponibile in piattaforma didattica sul proprio pannello personale.
(*2) IMPORTANTE: il questionario di apprendimento ECM per normativa Age.Na.S. va completato entro e non oltre tre giorni dalla conclusione di un evento sincrono e quindi, in questo caso, entro domenica 21 aprile. Sempre nel rispetto della normativa Age.Na.S., i tentativi a disposizione di ogni discente per superare il questionario di apprendimento e ottenere i 4,5 crediti ECM previsti sono un massimo di cinque.
Obiettivi
Al termine dell'intero percorso formativo il partecipante sarà in grado di:
• Acquisire conoscenze relative alle principali skills mentali coinvolte nelle prestazioni sportive
• Acquisire conoscenze sulle pratiche di mental training impiegate nel campo della psicologia sportiva
• Declinare le conoscenze teoriche acquisite nella propria pratica professionale
• Informare ed educare i pazienti sulle componenti psicologiche da monitorare rispetto alle proprie esperienze sportive
• Riconoscere campanelli d'allarme utili per intercettare necessità di intervento dal punto di vista psicologico
• Riconoscere e attivare l'intervento dello psicologo dello sport in caso di necessità