Questo workshop, dal carattere squisitamente pratico, mira nel suo capitolo introduttivo a fornire elementi di base di anatomia palpatoria utili alla successiva parte che è il cuore della discussione ovvero la fibrolisi nel trattamento delle patologie miofasciali che prevederà una sessione pratica di apprendimento guidato a seguito della quale vi sarà un dibattito finale. La fibrolisi diacutanea è un metodo di trattamento per il dolore muscoloscheletrico meccanico che offre ottimi risultati, soprattutto a carico dei tessuti molli. Il suo meccanismo di azione comporta la distruzione delle aderenze e dei corpuscoli irritativi che si formano tra i differenti livelli dei tessuti molli stessi, mediante ganci applicati sui distretti anatomici interessati. Questa tecnica fu creata dal fisioterapista svedese Kurt Ekman negli anni '50 ed è stata notevolmente evoluta fino ad oggi. Questa evoluzione è stata possibile grazie alla ricerca clinica e alle ultime conoscenze fornite dalla ricerca di base, soprattutto nell'area della meccanotrasduzione. Attualmente il trattamento è basato su un approccio centripeto che consiste in un primo coinvolgimento delle aree remote che sono anatomicamente e biomeccanicamente correlate alla disfunzione, successivamente si aggredisce direttamente il distretto antomofunzionale responsabile del dolore o dell'ipomobilità locale.
Obiettivi
Al termine del workshop il partecipante sarà in grado di:
- Acquisire aspetti di anatomia palpatoria utili alla repertazione degli elementi anatomici destinatari di atto fibrolitico
- Conoscere l'origine ed il fondamento della fibrolisi diacutanea
- Acquisire conoscenze nel trattamento con la fibrolisi diacutanea delle disfunzioni muscoloscheletriche ed identificare la loro eziologia, pianificando un trattamento ideale
- Analizzare i vari distretti con la palpazione per trovare gli elementi anatomici che ne disturbano il corretto funzionamento
- Fare una ricerca dei differenti principi e forme di applicazione di questa tecnica, promuovendo la fibrolisi diacutanea come strumento terapeutico specialistico