Da diversi decenni si parla di Trigger Points (TrPs) nei disturbi muscoloscheletrici legati alla fisioterapia e alla riabilitazione, sempre più sono i professionisti della riabilitazione che trattano quotidianamente pazienti che presentano queste zone algogene all'interno dei propri muscoli. Ciononostante i TrPs vengono spesso poco considerati, quando allo stato attuale dell'arte risulta come molto spesso dolori e disfunzioni neuromuscoloscheletriche possano essere almeno in parte ascrivibili ai TrPs: risulta così lampante come la loro corretta identificazione e il loro trattamento siano parte integrante di una seduta di terapia manuale. I TrPs si generano in seguito a sovraccarico funzionale: in ordine a posture errate, compensi o movimenti in imbalance ripetuti nel tempo, gesti tecnici non fisiologici, ma anche in seguito a traumi. Inoltre fattori quali lo stress, sia fisico che psicologico, possono agire come elementi aggravanti e giocare un ruolo fondamentale nella patogenesi di questi disturbi. Sono responsabili sia di dolore locale che riferito, di debolezza e incoordinazione muscolare, di precoce affaticamento del muscolo, tanto da poterlo predisporre alla lesione, e di sintomi autonomici di cui cefalea, vertigini, nausea e acufeni sono i più frequenti specialmente nei TrPs della muscolatura cervicale e mandibolare. Da qui emerge nettamente l'importanza della loro individuazione per poterli trattare nel modo corretto, inoltre essendo sorgenti di dolore profondo sono in parte responsabili della sensibilizzazione centrale, fenomeno che porta ad un abbassamento della soglia del dolore anche in zone lontane dai TrPs. Sono infatti da considerarsi come un fattore in grado di generare dolore cronico ma anche come artefici primi nel creare una serie di modificazioni, di cui la sensibilizzazione centrale è solo un aspetto, che una volta create vanno a condizionare anche distretti anatomofunzionali anche molto distanti dalla zona dei TrPs, dato questo che emerge da diversi studi presenti in letteratura. Nel corso verranno presentate le più recenti evidenze in letteratura sulle ipotesi patofisiologiche, sulla loro diagnosi e sul loro trattamento. Nel primo modulo si entrerà nello specifico parlando del ruolo dei TrPs nelle patologie del rachide cervicale, in particolare nelle sindromi da colpo di frusta (whiplash) e nelle cervicalgie non traumatiche, sempre secondo quanto emerso dagli studi più recenti a riguardo. In questo modulo si parlerà nello specifico anche del ruolo dei TrPs nelle patologie di spalla, specialmente nel dolore di spalla, in spalla atraumatica, dove rivestono un ruolo notevole. Nel secondo modulo si passerà invece ad analizzare i TrPs coinvolti nelle patologie lombari e sacroiliache, oltre che nelle patologie degli arti inferiori, come ad esempio le lesioni muscolari tipiche degli sportivi. Il corso si compone di una parte pratica di grande spessore in cui i partecipanti impareranno tramite la palpazione a fare diagnosi e valutazione di TrPs. Saranno anche illustrate le tecniche più utilizzate per il trattamento manuale e i discenti avranno modo di fare pratica di trattamento dei TrPs attivi e latenti che verranno repertati sui colleghi di corso.
Obiettivi
Al termine del corso il partecipnate sarà in grado di:
- Sviluppare un ragionamento clinico volto all’identificazione dei Trigger Points
- Conoscere le evidenze scientifiche sulle diverse patologie nelle quali i Trigger Points giocano un ruolo fondamentale
- Sapere le modificazioni che i Trigger Points implicano come deficit di forza, alterato timing di attivazione muscolare e fatica
- Operare una corretta diagnosi di Trigger Point ed avere in mano diversi modi di agire per il loro trattamento manuale e la loro disattivazione